26 settembre 2006

Guardami


India, Tamil Nadu, Madurai, Sadhu sulla strada dello Sri Menakshi temple, agosto 2006

"...Mi vedi? Mi vedi davvero? Sono qui, seduto su un marciapiede, in mezzo ad una strada che non conosce tregua. La strada a fianco del tempio, dove la gente si muove, cammina, corre, prega, ride, grida, chiama, canta, tace. Non ho nulla di mio, tranne questo vestito che indosso. Ma io so chi sono, cosa sono in questo immenso mondo. E tu, lo sai? Sai chi sei? Io vedo dentro di te, al di là dei tuoi vestiti puliti, della tua pelle bianca, della tua borsa con dentro i soldi, che ti daranno la sicurezza di un pasto caldo e di un letto per stanotte. E' a questo che ti aggrappi: alle tue sicurezze? Le tue sicurezze, sono la tua debolezza più grande. Io vedo la tua debolezza, la tua paura. Guardami. Mi vedi? Io ho rinunciato a tutto, ad ogni sicurezza materiale. Ma so che sono una cosa sola con l'intero mondo. Io non ho più paura".

19 settembre 2006

Ganesh Chaturti


India, Mamallapuram, Ganesh Chaturti, settembre 2006

Le divinità Hindu sono tantissime, probabilmente qualche migliaio, ma a complicare le cose c'è che molte divinità hanno numerosi aspetti, ognuno dei quali ha un nome diverso.
Ganesh è il dio dalla testa di elefante, un dio cui sono attribuiti aspetti sempre benevoli, guardiano delle case e degli ingressi, protettore delle nuove imprese. A lui ci si rivolge per i problemi quotidiani, se c'è bisogno di un pò di fortuna, se c'è da traslocare in una nuova casa, se si intraprende un viaggio o una nuova impresa, se un bimbo compie il suo primo passo. Il suo culto è diffusissimo e la preghiera a lui rivolta è accompagnata da gesti davvero strani: in piedi i fedeli incrociano le braccia davanti al volto, fino a toccare i lobi delle orecchie con le mani. Li battono tre volte e si inchinanno tre volte piegando le ginocchia. Le cerimonie a lui dedicate terminano sempre con il lancio di un cocco: se il cocco non si rompe sono guai.


India, Mamallapuram, Ganesh Chaturti, settembre 2006

Ganesh era figlio di Parvathi, moglie di Shiva. Aveva un normale aspetto umano, ma un giorno Parvathi lo mise a guardia davanti alla porta della vasca dove stava facendo il bagno, perchè non facesse entrare nessuno. Eseguì così bene il suo compito che non fece entrare neppure Shiva, il quale lo uccise, tagliandogli la testa. Parvathi era disperata per la perdita del figlio e così Shiva volle restituirgli la vita, ma non poteva farlo tornare come era prima. Così inviò i suoi servitori a prendere la testa del primo animale che avessero trovato e questi gli portarono la testa di un elefante.
Il compleanno di Ganesh, il Ganesh chaturti, si festeggia ogni anno alla fine di agosto per dieci giorni. Quest'anno la festa iniziava il 27 agosto.


India, Mamallapuram, Ganesh Chaturti, settembre 2006

I primi di settembre eravamo ben lontani dal luogo dove sapevamo esserci i più grandi festeggiamenti in onore di Ganesh, cioè Bombay. Eravamo invece a Mamallapuram, un piccolo centro sul mare, nel Tamil Nadu, vicino a Chennai. Eravamo a pranzo in un piccolo ristorante sulla spiaggia, il Sea Shore. Di lì vedevamo il mare, i pescatori con le loro barche e sullo sfondo le due torri dell'antico Shore Temple.
Avevamo da poco ordinato, quando un trattore con un grosso rimorchio fece l'ingresso in spiaggia. Dentro una grossa statua di Ganesh, dipinta a colori sgargianti, ornamenti di foglie di banano e tanti ragazzi festanti.
Di un solo colpo ci alzammo da tavolino, lasciando come niente fosse lì gli zaini e tutto il loro contenuto e corremmo dietro al camion.



India, Mamallapuram, Ganesh Chaturti,settembre 2006

Avevo letto sulla Lonley Planet che durante la festa, le statue di Ganesh venivano portate al mare e lavate. Qui invece era tutto diverso. I ragazzi fra urla e risa benedirono la grande statua colorata, recitarono preghiere e ruppero il cocco in mille pezzi. Buon segno. Stringendosi intorno al camion, presero la statua sulle loro spalle e con essa si immersero in mare. Tutti insieme, ad un certo punto la rovesciarono fra le onde e gli spruzzi e lasciarono che l'acqua smembrasse la cartapesta, affondando ogni resto del grande e buon Ganesh.


India, Mamallapuram, Ganesh Chaturti, settembre 2006

12 settembre 2006

Gente comune


India, Kadirampuram, Ragazze davanti al tempio, agosto 2006

Riguardando le mie foto, mi colpiscono enormemente gli sguardi delle persone. Molte amavano farsi fotografare e spesso, come appariva la macchina fotografica, diventava difficile fotografare quello che volevo io, perchè tutti si mettevano in posa e volevano la foto. Ma al di là di certe pose scherzose, di certi sorrisi, molti volti colpiscono per i loro sguardi fieri, per i loro occhi penetranti, oppure di una limpidezza e di una serenità tali da restare senza fiato. Soprattutto le donne. Non ridevano mai di fronte ad un obiettivo, come se il riso potesse deturpare la loro bellezza, o forse rendere meno interessante lo sguardo. Ne risultano visi imbronciati, seri, così diversi da quelli ridenti e gioiosi con cui ci accoglievano. Ma anche il solo fotografarli era un momento di gioia. Vedevi l'orgoglio dell'essere stati scelti a soggetto di una foto, vedevi la soddisfazione se la foto era riuscita. Alle volte mi sembrava che bastasse davvero così poco per creare un attimo diverso nella loro giornata o una gioia imprevista.


India, Tanjore, donna al mercato, agosto 2006

08 settembre 2006

Crowford Market


Bombay (Mumbay), Crowford Market, agosto 2006

Sono stata poche ore a Bombay. Pioveva. Pioveva. Pioveva.... Il monsone non perdonava e non c'era verso di poter visitare la città con la calma che richiede. Così come mi è apparsa, Bombay era grigia. Grigi i muri dei palazzi, grigie le strade, grigi i taxi che le affollavano. Il ricordo più vivo che ho è forse quello di Crowford Market. Non possono certo mancare i colori in un mercato e questo aveva il suo bel fascino.
Progettato da Lockwood Kipling, il padre dello scrittore, era abbellito da fregi e da una fontana colorata, della quale si erano impadroniti i mercanti, che vi esponevano frutta o vi si sdraiavano sopra.


Bombay, Crowford Market, agosto 2006

All'ingresso un signore interamente vestito di bianco, ci spiega che lui è addetto ad accompagnare i visitatori all'interno, per illustrare i luoghi, ma anche per la loro sicurezza. Ci veniva un pò da ridere: l'impressione era quella di un lavoro inventato per racimolare qualche rupia. Aveva pure una bella targa in ottone, con inciso il numero della sua autorizzazione e in ogni caso non aveva alcuna intenzione di mollarci. Ma... come si fa a seguire una guida? Io proprio non ci riesco: devo girare, devo vedere, devo fermarmi se mi incuriosisce qualcosa. E così, mentre lui ci voleva portare a vedere la frutta, il naso ci porta verso il mercato della carne. "No, lì no, c'è molto puzzo!". No??? Allora deve essere interessante!


Bombay, Crowford Market, agosto 2006

Entriamo, ma ormai l'ora è tarda. Il mercato della carne è in chiusura. Ci sono poche persone e i commerci sono chiusi. Il posto comunque è impressionante. Un topo mi passa accanto ad un piede, i corvi volano sotto i tendoni blu messi a copertura e atterrano sui resti mollicci di qualcosa di indefinito. Un gatto, quasi intimidito, cerca di raggiungere un pezzo di carne.
Alcune persone dormono stese un pò dove capita, altre stanno macinando carne con macchinari che paiono di un altro secolo. Penso che debbano essere i senza casta, i reietti, quelli che ogni giorno toccano "la morte", che ne sentono il puzzo.


Bombay, Crowford Market, agosto 2006

Dopo le foto usciamo e la nostra guida si avvicina di nuovo. Si scusa: "Non è perchè non volevo portarvi, ma vedete, io sono Hindu". E questo mi fa stranamente effetto: penso alla religione Hindù come a quella che maggiormente ha confidenza con la morte, quella per cui vita e morte sono parte di una stessa cosa, per cui la morte stessa è solo l'inizio di un nuovo ciclo, di una nuova vita, eppure, i luoghi dove si dà la morte e le persone che la procurano, devono essere tenuti lontano, come se il semplice contatto o la semplice vista con ciò che è impuro potesse contaminare.

06 settembre 2006

Tornare


India, Stato del Goa, Panjim, agosto 2006


Le vacanze prima o poi finiscono e pure la mia doveva finire. Era tempo perchè eravamo stanchi: non ci siamo risparmiati le fatiche, i lunghi spostamenti con mezzi poco comodi, il caldo, le camminate... In effetti è strano tornare da una vacanza più stanchi di come si è partiti, ma è stato così.
Bene, sono a casa da due giorni, eppure ancora non capisco bene chi sono, dove sono e cosa sto facendo. So solo che riguardo le immagini (tante) che ho scattato e quelle che ho negli occhi soltanto (quelle che non ho potuto scattare) e io stessa mi meraviglio di quello che rivedo come se non lo avessi mai visto prima. Mi incantano di nuovo i colori e i luoghi, mi catturano i sorrisi, e già la malinconia avanza.
E' un viaggio che mi ha preso un pò per volta, iniziato con la pioggia di Bombay, in una mattina grigia. Non promettevano nulla di buono quel lungomare gonfio di pioggia, con la gente che correva a lavoro, quell'alba priva di colori, quel vento che agitava le palme. Da quella prima mattina, fino al sole del Tamil Nadu ho avuto quasi un mese per rendermi conto di essere in un posto speciale, diverso da qualsiasi altro posto al mondo. Sì, l'India è diversa, diversa da tutto. L'India è l'India. Non la puoi cercare altrove: è solo lì. Non la puoi leggere sui libri: la puoi solo provare sulla tua pelle.

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