20 ottobre 2006

Chidambaran, il tempio di Shiva Nataraja


India, Tamil Nadu, Chidambaran, agosto 2006

Nataraja è lo Shiva danzante, quella figura che viene rappresentata dentro ad un cerchio di fuoco, mentre danza con la gamba destra sollevata e la sinistra che schiaccia il demone dell'ignoranza.
Allo Shiva danzante è dedicato il tempio di Chidambaran, nel Tamil Nadu. Di primo acchito il tempio non mi sembrò all'altezza degli altri che avevo visitato fino a quel momento. Pali, transenne e cancelli chiusi impedivano di godere della vista dei monumenti. Le vacche camminavano all'interno delle mura del tempio.
Poi entrammo. Davanti a noi si aprì un porticato di colonne intarsiate, fra le quali danzava la luce serale, che penetrava da un cortile interno. Sulla destra un porticato nel porticato, con colonne intarsiate ad imitazione degli alti Gopuram esterni (le torri che stanno all'ingresso dei templi). L'aria era piena del fumo che saliva dai piccoli vasi pieni di ghee, usato per accendere piccoli stoppini di cotone. Il fumo ritagliava i raggi di luce che qua e là penetravano il buio. Entrammo nel cortile. Non so se potevamo, di solito è proibito ai non Hindu, ma non c'erano cartelli di divieto, e nessuno ci disse nulla. Ci sedemmo con gli altri sul pavimento e guardammo cosa succedeva. Davanti a noi le porte d'oro del sacrario erano aperte. I sacerdoti stavano preparando la cerimonia. All'interno del sacrario, rialzato rispetto a dove ci trovavamo, una grata d'oro, finemente incisa, divideva i sacerdoti dal luogo dove era conservata la staua del dio, il cuore del tempio. La statua di Shiva era seminascosta alla vista, coperta di sete e collane di gelsomini profumati. I fedeli pregavano e facevano offerte. Improvvisamente iniziarono a suonare le campane. Dopo un istante si aggiunsero dei campanelli e il canto dei fedeli, che era una preghiera, un mantra. Era l'inizio della puja. Il sacerdote, in piedi davanti a Shiva, accese il fuoco con una torcia e la agitò davanti alla statua. Poi un lume in cui erano state accese tante luci, bruciando il ghee. Il sacerdote pregò con il suo canto facendo fare al fuoco degli ampi giri nell'aria. I fedeli incalzavano, ritmati dal suono frenetico delle campane e dei campanelli.
Il mistero e la magia avvolgevano quei gesti antichi, nel segreto, nel buio della cella di quel dio che non si mostrava, che ascoltava silenzioso e che chiudeva nel suo cerchio di fuoco l'energia della creazione e la forza della distruzione.
Le foto erano proibite. Il mistero non può essere mostrato.


India, tamil nadu, Chidambaran, agosto 2006

12 ottobre 2006

Dalla finestra


Camogli, luglio2006

Dalla mia finestra ho scattato mille foto. E' incredibile quanto possano essere diverse per sfumature, colori, ma anche per quello che accade davanti a me. Le mareggiate che investono il faro, i chiari che si accendono di notte, i fuochi d'artificio, i gabbiani che volano davanti e... questi due arcobaleni.

06 ottobre 2006

Coracles


India, Fort Cochin, coracles, agosto 2006

Questa particolarissima imbarcazione è tipica dell'India del Sud, sebbene non la si possa trovare ovunque. Ad Hampi viene usata per traghettare da una sponda all'altra del fiume le persone. Ma non in agosto, mese in cui ci trovavamo lì. Le acque del fiume, infatti, erano gonfie per le piogge monsoniche e la corrente troppo forte. Il passaggio era troppo pericoloso.
Tuttavia, durante un giro in barca intorno alle isole che compongono Fort Cochin abbiamo avuto la fortuno di trovare alcuni coracles, utilizzati per la pesca. Si tratta di una imbarcazione del tutto atipica, con la sua forma rotonda. Un tempo erano rivestite di pelli di animale: non so se lo siano ancora. Le dimensioni variano da quelli per una sola persona a quelli molto più grandi, dove addirittura vengono trasportati animali o altre persone.

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