04 luglio 2007

Magia d'Oriente


India, Tanjore, agosto 2006

Vi conosco, voi italiani. Vi piace tanto la Birmania perchè qui fate un bagno di esotismo. Le vostre letture di gioventù, i vostri Kipling qui diventano realtà, prendono corpo. Vi pare che l'Oriente, con il suo fascino, non sia morto del tutto, che possa ancora farvi emozionare. Vi sembra che la gente sia così gentile perchè è nella sua natura esserlo. Ma la verità è che siamo così poveri e che ci chiniamo di fronte a voi solo perchè siete più ricchi. Noi siamo solo rimasti più indietro, il nostro passo è stato più lento a causa di una serie di sfavorevoli circostanze politiche interne e internazionali. Ma quando riguadagneremo il tempo perduto allora il nostro paese non vi piacerà più, perchè sarà sempre più simile all'Occidente.


Così si legge nel racconto di viaggio "Birmania" di Aldo Pavan.
E' una frase, questa, che mi crea una tristezza infinita, perchè è una frase che non lascia scampo. L'inesorabile cammino del progresso sembra dover passare per forza attraverso la distruzione del fascino, della cultura, della vita orientale, per assumere i modelli occidentali come gli unici possibili, gli unici che possano consentire una vita più comoda a quelle popolazioni poverissime. Ma i modelli occidentali che arrivano fin là non sono quelli della cultura del rispetto della vita, dell'ambiente, delle tradizioni, della storia e della diversità, che pure sono nostri. Quelli che arrivano sono i modelli della ricerca ad ogni costo della richezza, dello sfruttamento di ogni risorsa, ambientale e umana, della cementificazione e della industrializzazione alienante, della trasformazione della propria tradizione e cultura in fenomeni da baraccone, in specchietti per turisti allodole.
E tutto questo è sicuramente peggio della colonizzazione militare dei secoli scorsi.
Mi domando se davvero tutto questo sia inevitabile, se sia davvero solo utopia sperare che un giorno i nipoti dei miei nipoti possano ancora stupirsi di fronte alla magia di un oriente, che abbia trovato la sua propria via allo sviluppo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Quello che scrivi è bello e agghiacciante, e purtroppo anche vero. No, non credo che i tuoi auspici si realizzeranno; I popoli poveri hanno sempre avuto invidia per noi e qualora ne avessero l'opportunità, non esiterebbero a imitarci. A consumare. A cementificare. A usare 200 litri d'acqua al giorno. Non la vedo bene..

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