18 marzo 2008

Il Tibet come la Birmaia



Birmania, Amarapura, fila per il riso, agosto 2007

Non mi piace la politica. E' sporca in ogni sua manifestazione e infetta quel che tocca. Ciò che il senso di giustizia urla, non esce mai dalle bocche di chi dovrebbe rappresentarci. Un flebile biasimo è il massimo che si ottiene contro chi sta sparando e uccidendo gente (e monaci) inermi, contro chi, da 50 anni a questa parte, sta distruggendo un'intera cultura, un intero popolo.
"La cricca buddista" è il termine migliore che viene usato dalla Cina per indicare il Dalai Lama e nessuno urla a quei torturatori, a quegli assassini, mistificatori della verità, la realtà di ciò che sono. Denaro, potere, avidità fanno passare sopra la sistematica distruzione di persone, di tradizioni, di cultura.
La nostra impotenza di normali uomini e donne, davanti a tutto questo sembra insuperabile. E così perdiamo il Tibet, come la Birmania, due gemme preziose che pure appartengono anche a noi, in quanto membri del genere umano.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimentissimi per il blog, davvero interessante.
Sono rimasta a bocca aperta poi con la galleria fotografica... mi permetto di citartti sul mio blog per far conoscere le tue immagini e le tue parole anche ai miei lettori ispani.
Complimenti ancora!

Luisa ha detto...

Grazie, Soleluna. Non so perchè ma non riesco a scrivere un commento di ringraziamento sul tuo blog. Riproverò!!

Anonimo ha detto...

Anche io qualche giorno fa ho utilizzato le tue foto nel mio blog (http://ishindenshin-ishin.blogspot.com/)...mi sembravano le uniche immagini che potessero rappresentare quella "sacralità umana" che sta venendo vergognosamente distrutta sotto gli occhi di tutti.
ishin

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