30 giugno 2008

La città della gioia


India, Mumbay, Crowford Market, agosto 2006

Ho finito ieri di leggere "La Città della Gioia". Il libro è conosciutissimo e ne è stato tratto anche un film. Si svolge in una bidonville (anzi, meglio, in uno slum) di Calcutta e le descrizioni delle tragiche condizioni in cui vive la gente sono veramente terrificanti. Mi è difficile pensare ci siano persone che ogni notte, come cala il buio, si stendono a dormire sul pavimento di terra battuta e vengono puntualmente assalite da topi e scarafaggi, scolopendre e scorpioni, senza che possano farci nulla. E' angoscioso pensare che non solo ancora ci siano persone che muoiono di lebbra, ma addirittura che non hanno neppure la possibilità di evitare che le larve di mosche si annidino nei moncherini. Un libro che pare una galleria degli orrori che, spero, con il passare del tempo, siano stati drasticamente combattuti e ridotti, grazie anche a persone come l'autore del libro stesso.
Ma se il racconto fosse solo una serie di orrori, non sarebbe stato altro che un'occasione di denuncia. Invece, è una grande lezione di umanità e, in un mondo che si regge sulle apparenze superficiali, è un grande e potente invito a non fermarsi a guardare solo la pelle delle cose e degli uomini.

19 giugno 2008

Il venditore di riso


India, Tamil Nadu, Pondicherry, agosto 2006

Una foto di due anni fa, scattata in uno dei tanti mercati dell'India. Eravamo a Pondicherry, che nel frattempo ha cambiato nome, ma quello nuovo non lo ricordo (pare che cambiare i nomi alle città sia uno sport nazionale in India). Pondicherry è una ex colonia francese affacciata sul mare e questo non lo capisco tanto bene: cosa ci faceva una colonia francese in India, ex colonia Inglese? Si tratta comunque di una cittadina calma e silenziosa, molto ordinata e pulita, altra stranezza per l'India. Proprio a Pondicherry si trova l'Ashram di Aurobindo.
Il mercato, come tutti i mercati, era ricco di voci e colori e merci esposte in abbondanza. Mi colpì l'immagine di quest'uomo, esile e dall'aspetto fragile, quasi sommerso dal peso e dall'ingombro dei sacchi di riso, che paiono non lasciargli neppure lo spazio per muoversi.
Ah! Il barattolo di metallo dentro ad ogni sacco è la misura per vendere il riso!

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