24 marzo 2009

Cento monaci


Myanmar, Amarapura, agosto 2007

Pochi giorni fa, in Tibet, sono stati arrestati altri 100 monaci buddhisti, accusati di rivolta contro il governo di Pechino. Cosa questo significhi, è assolutamente ovvio. I monaci saranno incarcerati, torturati, trattati in maniera del tutto disumana. Ne usciranno pochi da quelle prigioni. Le testimonianze di chi è riuscito ad essere liberato e ha lasciato la Cina sono terribili.
In un mondo diverso, i soldi non potrebbero contare così tanto da continuare ad avere rapporti di qualunque genere con una nazione che sta mettendo in atto un genocidio e un annientamento culturale così radicale. Quanto siamo ipocriti quando ci preoccupiamo dell'estinzione di strane razze di insetti del tutto sconosciute e poi continuiamo a far finta di nulla davanti a tutto questo?

20 marzo 2009

Lo zio Ho


Vietnam

Quello che segue, è un altro dei bei racconti di viaggio di Consuelo e stavolta anche l'immagine è sua. Gustatevelo.

"Dicembre 2003. Vietnam del Nord. Viaggiamo in sella alla mitica Minsk russa in un periodo nel quale il fango la fa da padrone. Mi hanno dato un casco nel quale ci sto tre volte ed ogni volta che prendiamo una buca, e sono tante, rischio di perderlo. Siamo tre moto: una è la nostra; una della nostra guida che ci accompagnerà in questa nuova avventura e una di una futura nuova guida che deve imparare il mestiere. Non è decisamente il periodo delle risaie verdi e rigogliose ma il paesaggio è lo stesso emozionante.
Ci fermiamo al primo “autogrill” che altri non è che un piccolo ristorantino in uno sperduto villaggio. Non è stata certo un’entrata trionfale la nostra: all’interno pochi uomini ingoffati nei loro cappottoni pesanti e il berretto in stile militare, sguardi scuri, truci, non un cenno di saluto, non una parola né un minimo movimento del corpo. Ci sediamo in sedie piccolissime davanti ad un minuscolo tavolino e, ovviamente, la nostra guida ordina per noi. E intanto loro continuano a guardarci. Ancora più ovvio che non ci siano posate ed è durissimo tentare di mangiare con le bacchette. Per il mio compagno ogni boccone è una prova terribile e volano pezzi di cibo in ogni dove. Ma loro nulla, ci guardano duri come sempre. Intanto nel piccolo televisore in fondo alla saletta passano immagini tristi, accompagnate da una musica malinconica ma nello stesso tempo rigorosa direi quasi militaresca. “Ecco cos’è!” dico….”Il funerale di Ho Chi Minh!”. La Signora che ci aveva servito sentendo le mie ultime parole si illumina in volto e tutta orgogliosa finita la cassetta ce la rimette su da capo. “Aiuto, un'altra volta!” penso io…ma intanto un passo in avanti verso la nostra accettazione l’abbiamo fatto. Nel Vietnam del Nord infatti il ricordo di Ho Chi Minh è ancora molto forte e da tutti viene amichevolmente chiamato “Lo Zio Ho”.
Ad un certo punto, e finalmente, il mio compagno riesce nell’impresa di portarsi un boccone di cibo alla bocca…beh tutti si alzano e gli battono le mani. Un’ovazione. Amicizia fatta?
“Un popolo che si è opposto coraggiosamente alla dominazione francese per più di
ottanta anni, un popolo che ha lottato fianco a fianco con gli Alleati contro i Fascisti durante questi ultimi anni, tale popolo deve essere libero e indipendente” Ho Chi Minh – Dichiarazione d’Indipendenza del Vietnam”

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails